Laura Archera Huxley inedita. Gli ultimi giorni di Aldous Huxley

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Le ultime ore di vita di Aldous Huxley raccontate dalla moglie, Laura Archera Huxley, in una lettera particolarmente toccante. Questa testimonianza che ho scovato e tradotto è ora disponibile su Satisfiction. A loro il mio ringraziamento per l’ospitalità.

L’introdizione alla lettera

Il 22 Novembre 1963 il mondo si è svegliato con la notizia dell’assassinio di John F. Kennedy. In quelle stesse ore, a Los Angeles, una donna siede al capezzale del marito stringendogli la mano. Quella donna è Laura Archera, il marito è Aldous Huxley. Laura era nata a Torino nel 1911, bambina prodigio fin da giovanissima aveva girato l’Europa per esibirsi e perfezionare la tecnica del suo strumento, il violino. Il successo la portò negli Stati Uniti dove decise di stabilirsi e dove, nel 1956, sposò Aldous.

In questa lettera indirizzata al fratello di Huxley e a sua moglie, Laura ripercorre gli ultimi giorni e le ultime ore della vita di Aldous. La coppia riesce a vivere quei momenti drammatici con estrema serenità. Laura accompagna Aldous nell’aldilà parlandogli sottovoce e recitando, come un mantra: “Leggero e libero, vai avanti e in alto, verso la luce, lasciati andare, lo stai facendo meravigliosamente”. Solo qualche ora prima Laura aveva esaudito il desiderio che Aldous, con calligrafia spezzata e incerta, aveva scritto su una tavoletta.

Nelle righe conclusive, Laura si interroga sull’opportunità di rendere pubblico il modo in cui è avvenuta la morte di Aldous, un uomo che fino all’ultimo è rimasto fedele a se stesso, un uomo che non aveva mai smesso di essere curioso e i cui romanzi avevano già contribuito a illuminare il buio che sarebbe seguito per decenni dopo la sua morte, fino ad arrivare all’oscurità dei nostri giorni.

Marco Piazza

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La lettera di Laura Archera Huxley è disponibile su Satisfiction

 

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