Adam Thirlwell – Graffiti come un koan

Se volete dare un’occhiata al nuovo libro di Adam Thirlwell, in uscita questo mese per Visual Editions, guardate qui.  Si intitola Kapow! La storia ha che fare con la primavera Araba e le ripercussioni a livello globale, la visione di uno scrittore fra Londra e il Cairo. Oltre a questo la particolarità sembra essere proprio nell’oggetto libro. Ci sono pagine scritte di traverso, altre che si aprono in fogli più grandi: un uso libero dei caratteri, dei paragrafi e delle pagine. Un’idea del risultato la si può avere qui.

Questo è il Thirlwell del fra pochissimo. Guardando indietro c’è il Thirlwell che ancor prima di veder pubblicato il suo primo romanzo, nel 2003 è stato eletto da Granta ”Best of Young British novelists under 40‘. Nello stesso anno è uscito Politics, (in italia con Guanda). Del 2007 è quello splendido-monumentale-libro-saggio-universo chiamato Miss Herbert e tradotto in italiano come ‘Mademoiselle O‘ (Guanda, 2010). Un libro composto da tutti i romanzi del mondo (o quasi), un libro i cui personaggi sono i romanzieri in carne e ossa – da Kafka a Hrabal, da Sterne a Hemingway, da Svevo a Tolstoj fino a Borges.  Un libro che è una presenza fissa sulla mia scrivania e dal quale sto imparando molto.  Del 2009 invece è La Fuga (Guanda 2010).

C’è poi il Thirlwell che collabora regolarmente con, tra gli altri, il New York Times, Le Monde,  il New York Review of Books, New Republic, The Believer, Esquire e il Guardian. Proprio sul Guardian ho trovato un suo reportage da Beirut: alcune considerazioni sui graffiti e sui segni della guerra civile e se possa esistere una memoria collettiva.  L’ho tradotto e lo si può leggere su Vicolo Cannery:HK-Graffiti come un koan.

3 thoughts on “Adam Thirlwell – Graffiti come un koan”

  1. Ho scoperto Adam Thirlwell grazie a questa bella intervista, che riportavo in un post scritto di corsa dopo aver letto “La fuga”: https://grafemi.wordpress.com/2011/03/07/adam-thirlwell-il-desiderio-il-sesso/
    Attualmente, lo considero superiore come “saggista” (anche se per Mademoiselle O questa definizione, forse, è poco precisa) che come “scrittore”; però sia “Politics” (opera abbastanza giovanile, ma che richiama alcuni grandi, primo tra tutti Kundera) sia “La fuga” (con il quale ha cercato, in modo originale, di realizzare una versione inglese, e più ottimista, di Philip Roth) sono due ottimi libri: ho avuto la sensazione che non si tratti di un talento “naturale”, come potrebbero essere Amis e lo stesso Roth, ma che abbia ancora grandi margini di crescita. E il pezzo che hai tradotto (a mio parere molto bene) è un buona dimostrazione delle sue qualità.

  2. Sono proprio gli accostamenti a Roth e a Kundera, in alcune recensioni, ciò che ha stimolato in me l’interesse per Thirlwell. Finito “La Fuga”, e avendolo comunque apprezzato, ricordo di aver provato una certa sensazione di ‘già visto, già sentito’. Poi ho letto “Mademoiselle O” (consigliatomi da te) a pezzi e spulciandolo come un’enciclopedia. Mi rimane “Politcs”, e forse è arrivato il momento di leggerlo. Fino ad ora non sono andato oltre quel mezzo sorriso che ogni volta si attacca ai miei baffi sapendo che il nome della protagonista è lo stesso di una cara amica di mia moglie. Cercherò di levarmi il pensiero e godermi la lettura.

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