Certo che ci sono in giro delle storie che sono una meraviglia, che il cuore ti si gonfia e all’improvviso sorridi. Con l’occhio segui il nero su bianco delle pagine e la mente si riempie di colori e immagini, sensazioni e sentimenti. È come guardare un film, ma alla velocità che vuoi tu. Puoi tornare indietro, rivedere le immagini, rileggere la scena, cambiare i colori, l’ambientazione. Tu sei molto più regista leggendo un libro che guardando un film. Soffermarsi su ogni parola ed entrare nel profondo, aggiungere la tua personale percezione dei vocaboli, caratteri neri su bianco, puoi trasformarli come ti piace. Leggere una pagina al mattino, appena sveglio, o nel caldo torrido del mezzogiorno, o con la luce fioca di una candela prima di coricarti. La stessa pagina, gli stessi caratteri, ti appaiono così diversi. Lo scrittore scrive, ma è il lettore che mette in atto la storia nella propria mente, e per ogni libro scritto ci sono tante storie quante sono le persone che lo leggono.
E via, ti butti nei particolari più minuti di questo café che offre tepore e aromi, al riparo dalla bufera di neve. Lo sguardo basso si alza appena dal libro. Scavo nelle pagine come fossi uno scultore, un intagliatore, e do vita a nuove geometrie, nuove forme. Oppure corro da una riga all’altra con l’occhio quasi distratto, facendomi colpire dalle parole più sgargianti. Tutto il resto, il collegamento fra le frasi, è una prateria aperta, da correrci in mezzo e gridare ciò che vuoi. E con l’occhio distratto, tra una riga e l’altra, osservo ciò che mi sta intorno, il paesaggio da terra a un metro d’altezza. Vedo il pavimento consumato con la polvere del giorno, le gambe delle seggiole, tutte uguali, ma quelle davanti diverse da quelle di dietro. Vedo le gambe delle persone, dal ginocchio in giù, le scarpe, specchio dell’anima, identità di ognuno, le scarpe. E di storie scritte nei libri, stampate in nero su bianco, ce n’è a milioni nella biblioteca, nove piani di scaffali, ogni scaffale migliaia di libri, in tutte le lingue del mondo, anche con caratteri incomprensibili, ed è bello guardarli lo stesso. Spesso mi sento quasi in imbarazzo e, un po’ scettico, mi chiedo se c’è proprio bisogno di tutti questi libri. Ma chi li leggerà ? Scommetto che ce ne sono tanti che sono stati messi lì, freschi di stampa e nessuno li ha mai aperti. Mi piacerebbe trovarli quei solitari dello scaffale, toccarli, aprirli e dar loro vita. Girovagando fra i viali di questo tempio della conoscenza, raccolgo quasi per caso un ennesimo libro che appoggerò sul comodino e divorerò in una notte, facendomi forse troppe domande, mentre dovrei solo leggere, e la mia mente si riempie di libri letti e per ogni libro letto ne penso altri cento e ancora una volta respiro il profumo pungente della candela spenta col soffio e, col buio tutt’intorno, penso che ci sono in giro delle storie che sono una meraviglia.
2 thoughts on “Certo che ci sono in giro delle storie che sono una meraviglia”
ciao marco,
ricambio la visita: gran bel porto in cui approdare.
ero indeciso se commentare questo testo o quello su cechov o quello su canty, mi sono piaciuti tutti.
anche se, in realtà, a parte la tua vita di lettore mi interessa molto quella nei boschi…
vieni a fare un giro in val d’aosta con la bella stagione?
a presto
paolo
Ciao Paolo,
grazie per la visita.
leggere, scrivere, lavorare nel bosco o camminarci dentro, sono tutte cose che mi piace fare. E’ anche per questo che ho iniziato a seguire la tua pagina nella quale ho trovato molti elementi che condivido.
Spero ne potremo parlare ancora.
Sono stato a Champoluc qualche mese fa, ma non capita spesso. Ogni tanto però al nord ci torno.
Comunque lo prendo come un invito il tuo 🙂
a presto
marco