Dal momento in cui abbiamo preso la decisione di sposarci a quello in cui lo abbiamo fatto è passata una settimana. Io ho chiesto un giorno libero al lavoro e indossato il completo grigio, quello che avevo comprato per andare ai colloqui quando ancora stavo cercando lavoro. Nella tasca della giacca avevo una piccola scatola con dentro due anelli. Uno l’avevo comprato per la mia futura moglie da Tiffany’s a Union Square, l’altro, il mio, lo avevo ereditato da mio nonno e conservato per quando fosse arrivato il momento di metterlo. Ci siamo presentati in municipio e dopo un quarto d’ ora eravamo marito e moglie. Poi siamo andati a mangiare a China Town.
Un anno dopo avevamo già lasciato San Francisco e decidemmo di fare una festa per condividere la nostra unione con amici e parenti. Una sorta di celebrazione pagana che fece storcere il naso a qualche zia particolarmente bigotta, ma noi non ci badammo più di tanto. I nostri migliori amici lessero alcuni brani che avevamo scelto per la loro capacità di esprimere al meglio cosa significasse per noi la decisione di proseguire il cammino della vita insieme. Tra i brani che abbiamo scelto, l’incipit di “Guanciale d’erba” (di Natsume Soseki) è quello al quale tutt’ora, dieci anni dopo, sono più legato. Per questo motivo lo ripropongo qui sotto.
Salivo per un sentiero di montagna e riflettevo. Se si usa la ragione il carattere s’inasprisce, se si immergono i remi nel sentimento si è travolti. Se s’impone il proprio volere ci si sente a disagio. È comunque difficile vivere nel mondo degli uomini. Quando il malessere di abitarvi s’aggrava, si desidera traslocare in un luogo in cui la vita sia più facile. Quando s’intuisce che abitare è arduo, ovunque ci si trasferisca, inizia la poesia, nasce la pittura. Non è stato un Dio, e neppure un Dèmone, a creare il mondo degli uomini. Ma solamente degli esseri umani, proprio come i nostri indaffarati vicini di casa, i nostri dirimpettai. Vivere in questo mondo creato da semplici uomini può essere sgradevole, ma dove emigrare? Dovremmo avventurarci in un luogo non umano, ammesso esista. Ma un tale luogo sarebbe ancora più inabitabile del mondo umano. Poiché è difficile vivere in un mondo da cui non si può evadere, si deve tentare di renderlo più accogliente così da poterci abitare meglio, sia pure per il breve tempo concesso all’effimera vita umana. Qui nasce la vocazione del poeta, qui il Cielo assegna al pittore la sua missione. Gli artisti sono preziosi, perché rasserenano questo mondo e arricchiscono il cuore degli uomini. È la poesia, è la pittura a svellere da questo mondo le preoccupazioni che gravano sulla nostra vita, a proiettare davanti ai nostri occhi un mondo gradito. O anche la musica e la scultura. Anzi, più precisamente, non v’è neppure necessità di proiettarlo. Basta concepirne l’immagine perché nasca la poesia, scaturiscano i versi. Anche senza fermare sulla carta l’ispirazione percepiamo in fondo all’anima il tintinnio cristallino delle sue gemme. Anche senza spalmare sul cavalletto il rosso e l’azzurro, lo splendore dei colori appare spontaneamente agli occhi della nostra anima. Basta riuscire a vedere così il mondo in cui viviamo, questo impuro e volgare mondo terrestre, e a riprodurlo limpido e sereno nella macchina fotografica della nostra mente. Perciò anche un poeta muto che non ha mai scritto un verso, un pittore senza colori che non ha mai dipinto neppure un piccolo ritaglio di seta, per come riescono a vedere il mondo, a liberarsi dalle sue passioni, a entrare e a uscire in quell’universo di purezza, a costruire l’armonia dei due poli – che non sono né identici né diversi -, a spezzare i legami dell’egoismo e della cupidigia, sono più felici del figlio di un uomo ricchissimo, di un sovrano, di tutti coloro che in questo mondo sono considerati i prediletti dalla sorte.
6 thoughts on “Guanciale d’erba”
Parole incantevoli. Un augurio stupendo per la decisione di fare della strada assieme.
Grazie Loris, (con imbarazzante ritardo). I meriti sono tutti di Soseki.
Davvero toccante… Bellissimo post!
Grazie Paolo, diciamo che ogni tanto mi piace rileggere questo post, soprattutto quando il peso degli anni di matrimonio si fa sentire sulle spalle 🙂
grazie mille, toccanto…ho une pelle d’oca. tanti saluti a tutta la familia.
Grazie Romy! Abbracci a voi.