Per qualche giorno mi sono portato dietro un dubbio. È iniziato quando ho visto un video su facebook nel quale un mio amico muoveva i primi passi con la sua nuova gamba artificiale. Lui, il mio amico, è uno col quale ho passato bei momenti una quindicina di anni fa. Eravamo nel pieno del nostro essere forti, maschi e forestali, e a quel tempo si scorrazzava volentieri nel bosco. L’ho anche aiutato per un po’ nel suo lavoro che era, ed è rimasto fino a un anno fa, tagliare alberi. Poi ci si è persi, come è normale che sia, fino a che fb ci ha fatto scambiare ancora qualche parola. Lui è andato avanti a tagliare alberi, in modo sempre più professionale. Lui è uno di quelli che si arrampicano e poi si calano con l’imbragatura, appesi a una corda per tagliare quel ramo di quell’ albero e facendo in modo che non cada sul tetto di quella casa. Roba scientifica, pesi e contrappesi, equilibri e traiettorie di caduta. Bene, poi l’anno scorso leggo che è stato coinvolto in un incidente di quelli brutti: sono anche morte un paio di persone e lui ne è uscito vivo ma con una gamba dilaniata. C’è voluto un anno per provare a salvarla ma la ferita non si è più chiusa e a nulla sono serviti bulloni e placche. Circa un mese fa gli hanno amputato la gamba sotto il ginocchio e dalla settimana scorsa ha iniziato a fare i suoi primi passi con la nuova gamba bionica, come la chiama lui.
La gamba, la gamba. Mi è partito un ronzio per la testa. La gamba. Avevo letto da qualche parte un racconto che parlava di una gamba. Sì ma dove? Volevo rileggerlo e così interrogo la mia libreria in cerca del racconto. Apro libri, passo il dito sull’indice dei titoli. Niente, non è di Cechov, né di De Maupassant, e neanche di Hemingway. Nel frattempo mi ricordo qualche altro dettaglio: un funerale, un cimitero, un tipo sospetto. Poi, finalmente: e se la storia l’avessi ascoltata invece che letta? Ma certo! Allora è un racconto di Andrea Vitali. Già, c’era un personaggio che si presenta al funerale di una vecchia signora, rimane in disparte, nelle retrovie, ma non passa inosservato, in particolare dal nipote della defunta. Ma chi è? Un amante? Un creditore? Un curioso?
Ora, la trama esatta del racconto continuo a non ricordarmela. La vicenda era magistralmente intrecciata come nel più classico dei racconti di Vitali e ripensandoci mi sorge anche il dubbio che non si trattasse di una gamba ma solo del piede. Ma a questo punto non ha più importanza. No, perché ciò che è rimasto impresso nella mia mente è l’esecuzione del racconto, il che mi porta a un’altra questione: la commistione fra arti.
Il racconto, narrato dallo stesso Vitali, l’ho ascoltato in occasione di Caffeina Cultura nella splendida cornice di Viterbo. All’interno di un cortile medioevale, sul palco Andrea Vitali era accompagnato dalla musica dei Sulutumana. E’ da alcuni anni che Vitali si propone ai suoi lettori, in occasione di presentazioni di libri, accompagnato dai Sulutumana (gruppo musicale formato da talentuosi musicisti, splendide persone, nonché miei amici di vecchia data). Parole accompagnate da musica e canzoni. Splendido mix. Lo stacco di batteria al posto di un punto esclamativo. Una lieve melodia al violino a sostenere la trama narrativa. Note saltellanti al pianoforte che accompagnano l’incedere dei personaggi lungo un viottolo. Musica e parole che si nutrono a vicenda.
Personalmente ho sempre amato la commistione fra arti. Scrivere facendosi ispirare da una musica, da un quadro o da una scultura. Oppure dipingere una canzone, scrivere un quadro, scolpire una musica. Un esperimento del genere Andrea Vitali lo sta facendo con la collana iVitali [Cinquesensi Editore] insieme al pittore Giancarlo Vitali, suo compaesano (entrambi di Bellano sul lago di Como). Insieme hanno dato luce a una giocosa e felice alchimia tra pittura e letteratura: l’uno ci mette i disegni, schizzi e carboncini nati su piccoli fogli di fortuna, l’altro ci mette le parole e lo stile inconfondibile del bestiario umano che racconta nei suoi romanzi. Bene, tutto questo per dire (come avevo già lasciato intuire in questo post) che quando leggo mi piace farlo non solo con gli occhi ma anche con le orecchie, e se possibile anche con il tatto e l’olfatto.
[Per la cronaca: il mio amico sta facendo letteralmente passi da gigante. Ho appena letto che si sta facendo costruire un pattino speciale: fra pochi mesi lo rivedremo scheggiare sul ghiaccio in completa uniforme da hockey].
4 thoughts on “La gamba”
Diciamo alla Calvino di Sotto il sole giaguaro? Sarebbe bello poter leggere anche sentendo. Non ho mai letto Andrea Vitali e adesso però me n’è venuta voglia. Grazie Cinzia
Ciao Cinzia, grazie per la visita! Sì, diciamo che mi piacciono le esperienze multisensoriali 🙂 Riguardo Vitali: lui narra (principalmente) storie e intrighi di paese negli anni trenta, quaranta… Il contesto geografico mi è caro perché sul lago di Como io ci sono nato. A dire il vero non ho letto molto di lui ma la sua maestria come narratore è fuori dubbio. E poi è anche una splendida persona.
Se ti può interessare, c’è un bellissimo (e crudelissimo) racconto di Flannery O’Connor in cui la protagonista principale è una ragazza con una gamba di legno che viene sedotta da un venditore di bibbie. Questo racconto è centrale nella biografia artistica della O’Connor perché, come rivelò in una delle sue bellissime lettere, lei si identificava con quella donna.
C’è anche un video del 1960, un po’ ingenuo, tratto da questo racconto: http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=3-vyUQx5Yss#!
Interesssa. In che raccolta è? Grazie Paolo!