Con questo Inaugural statement of a new monthly column, nel Settembre del 2003 Nick Hornby dava il via a una nuova rubrica per il Believer. Titolo della rubrica con cadenza mensile: Stuff I’ve been reading.
L’intenzione di Hornby era quella di condividere le sue esperienze da lettore. Più che recensioni si tratta di riflessioni ironiche e leggere su come si arriva a comprare e poi leggere un determinato libro. Per usare le parole dello stesso Hornby: the how, and when, and why, and what of reading. Hornby ha poi raccolto i suoi articoli (dal 2003 al 2006) in un libro che in Italia è uscito per Guanda col titolo “Una vita da lettore“.
Letti e sul comò nasce con le stesse intenzioni ed è spinta dalla consapevolezza di quanto diventiamo istintivi e umorali non appena mettiamo piede in una libreria. Questa rubrica è anche un modo per non dimenticarmi dei libri che ho comprato e dei libri che ho letto. Fino ad alcuni anni fa avevo l’abitudine di scrivere la data di acquisto sulla prima pagina di ogni libro, poi ho smesso, per non “sporcare”. Recentemente ho ritrovato il gusto di vivere un libro appieno, senza limitare la mia voglia di fare le orecchie alle pagine, di sottolineare, di scriverci sopra, di infilarci appunti e commenti.
Questa rubrica è anche un modo per parlare di libri senza dover farne una recensione, perché la cosa che più mi affascina, oltre al contenuto di un libro, è ciò che accade prima e dopo la lettura. Perché sono arrivato a voler comprare e poi leggere un certo libro? E una volta terminato, verso quale altro libro va la mia attenzione? Che funzione hanno avuto luogo e tempo sulla mia scelta di un libro da leggere? La cosa che trovo irresistibile è quel filo immaginario che lega un libro a un altro secondo una logica che è qualcosa di estremamente intimo e personale.
Ho avuto la netta sensazione che stavo per iniziare la mia catena narrativa nel 1997, mentre leggevo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta di Robert Pirsig. Da lì in poi è stato un continuo susseguirsi di libri, e ciascun libro mi portava a un altro, seguendo associazioni non sempre dettate da una logica chiara. Scelte dettate dall’istinto, dall’umore, dalla curiosità. La fine degli anni novanta è stato anche il periodo nel quale ero immerso nel mondo accademico, stavo studiando per un Master, e ogni settimana dovevo leggere decine di articoli scientifici. Ricordo di aver provato un’attrazione particolare per la bibliografia degli articoli citati nel testo. Quella era la fonte migliore per scoprire altri articoli, per continuare la catena, per seguire le infinite diramazioni che mi avrebbero portato ad altri articoli in un susseguirsi senza fine.
Anche per la narrativa ho imparato a seguire lo stesso sistema e ora, molti anni dopo continuo ad aggiungere anelli, a seguire rami, a perdermi in questo splendido mondo. Questa rubrica vuole essere la testimonianza pubblica di un processo personale.