TIME in time

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11.10.2019 – Addis Abeba, aeroporto, gate A9. Manca mezz’ora all’imbarco del volo che mi porterà a casa.  Dal portariviste di fianco al bancone prendo una copia del TIME. In copertina la foto di un bambino, sulle sue spalle un fagotto che contiene ciò che è rimasto della sua casa distrutta. Sullo sfondo le macerie di una città siriana. Pochi giorni prima, a Khartoum, mentre cercavo di estorcere ai tassisti qualche impressione sulla situazione dopo i mesi di rivolta, i giornali riportavano la notizia dell’attacco turco contro i curdi in Siria. Inizio a sfogliare. A pagina quattro sono riportate alcune dichiarazioni – Obama: Just because we have the best hammer does not mean that every problem is a nail. Papa Francesco: Join me in heartfelt prayer to God for the gift of peace. Poco più avanti un reportage sul venticinquesimo anniversario di Tienanmen. Cosa ne è stato della generazione che ha lottato contro i carri armati? Segue un servizio sulle primarie americane, poi l’intervista a uno scienziato della NASA che si occupa di monitorare i 600,000 asteroidi che viaggiano vicino alla terra. Più avanti un lungo articolo sull’acidificazione degli oceani e sulle ricerche di un’equipe di scienziati. Stanno sperimentando sistemi per desalinizzare l’acqua e renderla potabile – questo a seguito di un continuo trend negativo di siccità e desertificazione, fenomeno che sta assumendo una rilevanza globale. Una delle ultime pagine è strappata e le rimanenti sono ondulate e ruvide, qualcuno deve averci versato sopra dell’acqua. Mi viene un dubbio, torno alla copertina, leggo la data: June 9, 2014. Non me ne ero neanche accorto. Come avrei potuto.

 

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