Una donna è ciò che legge

bosco

Tempo fa mi è capitato di vedere un manifesto appeso in una libreria. Il cerchio rosso con l’offerta di libri a prezzo scontato e in alto una frase: un uomo è ciò che legge. Una trovata pubblicitaria, una frase ad effetto. Per noi lettori è proprio così. Possiamo identificarci con ciò che leggiamo e rimaniamo fedeli al detto dimmi cosa leggi e ti dirò chi sei. Siamo la somma dei libri che abbiamo letto e a ogni pagina che sfogliamo non siamo più come eravamo alla pagina precedente.

Leggiamo per ricordare. Ogni volta che prendo in mano un libro di Carver non posso fare a meno di essere immediatamente catapultato indietro nei miei ricordi: frasi, situazioni, personaggi che, prima delle pagine di Carver, hanno scavato solchi profondi nella mia anima.

Leggiamo per vedere l’effetto che fa. Come mi sarei comportato nei panni di un collega di Michel e Valérie in Piattaforma di Houellebecq? Avrei condiviso il loro entusiasmo nel creare una rete mondiale di villaggi turistici in cui il sesso sia libero, i desideri in vendita, la prostituzione autorizzata?

Leggiamo per toccare con mano l’impossibile e considerarlo plausibile, almeno per una pagina. Dopo aver letto Kafka sulla spiaggia di Murakami, non guarderemo più i gatti allo stesso modo, anzi, cercando il loro sguardo, non saremmo poi così sorpresi se aprissero la bocca per dirci qualcosa.

Ci immedesimiamo profondamente nei personaggi dei libri che più amiano. Li prendiamo per mano e finiamo per diventare loro stessi, e insieme a Seymour Levin arriviamo veramente a immaginare Una nuova vita come nel romanzo di Malamud. I libri ci accompagnano dove non avremmo il coraggio di andare e all’ultima pagina de I segnalati di Tedoldi sentiamo il tonfo pesante di un’ultima goccia di quel liquido catramoso che scivola via dal nostro corpo, dopo che, per tutta la durata del libro, ne eravamo sommersi.

Poi capita che nel mio girovagare notturno per boschi, all’improviso si apre un varco nella coltre di magica nebbia azzurra, e ai miei occhi viene regalata la visione di un telo nero, tirato fra due alberi. Dietro solo il fruscio di foglie calpestate, il tintinnio di sonagli d’argento e la figura, inconfondibile, di una donna. Ancor prima di provare a svelare la presenza dietro il telo, una mano accarezza il muschio sulla corteccia e lascia cadere un foglio, scritto con caratteri neri striati di sabbia: una lista di autori e libri. È forse leggendoli che scoprirò l’identità della donna? La lista inizia con Isabelle Allende (ovviamente, c’è scritto). Continua con Gioconda Belli, Elsa Osorio (I vent’anni di luz e Lezioni di tango), Manuela Fraire (Lessico politico delle donne: teorie del femminismo), Elena Gianini Belotti (Dalla parte delle bambine), Celia Rees, Rosa Luxemburg (Politica, cultura, impegno contro la guerra). Simon de Beauvoir (Il secondo sesso), Gioia di Cristofaro Longo, (Codice madre), Guiomar Rovira (Donne di mais), Marcela Serrano, Eduardo Galeano (Il libro degli abbracci) e le poesie di Pablo Neruda.

Sento la presenza di voci ispaniche e venti caldi. La musica delle foreste pluviali del Chiapas. Cori e cortei e lotte di classe, lotte politiche. El feminismo. Donne che lottano, che ci hanno provato, che vorrebbero farlo. È questo che mi vuole dire la donna dietro al telo? È così lei? O così vorebbe essere? Sono questi i valori che spingono il sangue nelle sue vene?

La lista continua: Angeles Mastretta, Lucia Etxebarria (Beatriz e i corpi celesti), Carlos Amorin (La guerra sporca contro i bambini), Maria Nadotti (Sesso e genere), Anna Banti (Artemisia), Nedjima (La mandorla), Chitra Banerjee Divakaruni (La maga delle spezie), Goliarda Sapienza, L’arte della gioia), Jeanette Winterson (Il mondo e altri luoghi, Scritto sul corpo, Corpo di donna), Cortazar (Il gioco del mondo), Sepulveda.

Seduto su una pietra continuo a leggere il foglio, sicuro che quella pagina ne porterà molte altre. Quando mi avvicino al telo il tintinnio di sonagli è soltanto il riverbero della mia memoria. Forse dietro non troverei nessuno. Forse la donna dietro il telo nero è già dentro me.

 

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